Oggi abbiamo intervistato Donatella Lotti, che ci ha raccontato la sua concezione artistica della musica.
Mi chiamo Donatella Lotti e ho la musica nel nome, do….la, due note musicali che insieme formano un intervallo che ci porta verso l’alto facendoci immaginare cori alpini e colline verdeggianti, ma anche scene spensierate e goliardiche, come il celebre “Libiam” di Giuseppe Verdi che incomincia appunto così.
Nonostante questo,la mia biografia non inizia con un passato di bambina iperdotata o dedita precocemente alla musica grazie a genitori musicisti. C’è di più: da bambina, in seguito ad un veloce provino, non fui ammessa al coro scolastico (poi da adulta ho cantato in vari cori polifonici piuttosto impegnativi), cosa della quale comunque non c’è da dispiacersi, poiché capitò anche al grande Giuseppe Verdi di non essere ammesso al conservatorio di Milano! Anzi, questo fatto mi dà l’occasione di dimostrare ai miei allievi che non occorrono doti innate o presupposti particolarmente favorevoli per accostarsi allo studio di uno strumento, ma è possibile in qualsiasi condizione e a qualsiasi età e perfino se si è apparentemente “stonati”. Metto le virgolette a questo infamante aggettivo, perché ritengo categoricamente che non esistano persone stonate, ma solo persone che non hanno avuto l’opportunità di ricevere un’educazione al suono. Su questa scia mi piace intitolare l’insieme dei miei laboratori MAIdireMAI.
Ho iniziato lo studio del pianoforte, come accennavo, non prestissimo, a dieci anni, quasi per caso e senza un’intenzione ben precisa e poi nel corso degli anni ho maturato la scelta di diventare pianista e insegnante di pianoforte e educazione musicale.
Le mie esperienze di insegnamento sono molteplici: dalle lezioni private (che ho iniziato a dare a sedici anni) ai laboratori di gruppo, dalla scuola media alla scuola d’infanzia, dal nido agli adulti; infine nell’ ultimo decennio, poiché mi dilettavo a dipingere e frequentavo una scuola di teatro, ho concepito dei laboratori pluriartistici che ho chiamato “ARTintegrate”, nell’intento di far sperimentare alle persone la circolarità delle arti, mettendo assieme musica-movimento-pittura-teatro. Questi laboratori che tengo per varie associazioni e centri culturali oltre che nel mio studio, aiutano le persone a scoprire le proprie doti a volte nascoste, per poter dire qualcosa di sé con nuovi linguaggi.
Avendo inoltre avuto occasione di collaborare con pittori e attori ho dato vita al “TRIO3arti” e al laboratorio “Dipingi la musica”. Ecco in concreto come si svolge quest’ultimo: musiche di autori classici e improvvisazioni da me eseguite al momento, pennelli e tele supportano i partecipanti in un viaggio che favorisce l’inclinazione artistica, la musicalità, la creatività, il rilassamento. I partecipanti grazie alla musica e al supporto della pittrice possono esprimere le loro emozioni e sensazioni attraverso l’uso dei colori.
Dalla collaborazione con altri strumentisti è nato l’Ensemble Strumentale TEMAconVariazioni col quale mi esibisco in concerti per varie associazioni. Come solista mi piace proporre l’ House Concert, per vivere le atmosfere dei secoli passati coi miei ascoltatori comodamente seduti sul divano del salotto insieme a familiari e amici: a casa mia oppure a casa loro.
Per concludere vorrei spendere qualche parola in risposta alle domande che molti genitori mi pongono: quando iniziare lo studio della musica? Quale spazio darle nella vita del bambino?
La risposta è: è bene iniziare ancor prima della nascita! Si valuta infatti che dal quinto-sesto mese di vita intrauterina l’orecchio è già formato, per cui se la mamma canta per il proprio bambino e ascolta musica soprattutto di Mozart, il bambino di pochi giorni sarà in grado di riconoscere ciò che ha ascoltato e si calmerà se è agitato e in seguito sarà più portato per ogni tipo di apprendimento.
Gli antichi consideravano la musica una delle materie fondamentali nell’educazione del fanciullo. Ai nostri giorni, ricerche scientifiche ci confermano quello che gli antichi saggi hanno sempre saputo. Si è dimostrato infatti che grazie allo studio della musica il bambino matura le proprie potenzialità espressive, comunicative, immaginative e creative, accresce le capacità di concentrazione e la memoria, rafforza l’autostima ed esercita il controllo della propria emotività e il rispetto degli altri, impara a trovare soluzioni alternative anche nella vita quotidiana, perché avrà imparato a utilizzare entrambi gli emisferi cerebrali. L’esperienza musicale infine permette di sviluppare nella persona, fin dalla più tenera età, un’attitudine culturale ad apprezzare ciò che è bello e maturare il senso estetico.
Ringraziamo Donatella Lotti per l’intervista rilasciata, vi rimandiamo al sito per maggiori informazioni: