A un certo punto della vita, a tutti noi potrebbe capitare di aver bisogno di un avvocato a cui rivolgersi per affrontare una causa giudiziaria. Ma come scegliere un buon avvocato? E come capire quale professionista può essere più adatto alle nostre esigenze? Lo abbiamo chiesto al nostro Top Pro Mauro Panettiere, avvocato specializzato in diversi ambiti del settore civile.
Innanzitutto, dipende da quale è la materia oggetto dell’incarico. Se si è impegnati in una causa penale, naturalmente, bisognerà rivolgersi a un avvocato penalista. Al contrario, se la causa è civile, si cercherà un avvocato civilista.
In particolare, se parliamo di diritto di famiglia, ho notato una maggiore presenza di avvocatesse.
In generale, tuttavia, non c’è una stretta correlazione tra genere del cliente e genere dell’avvocato.
La scelta deve basarsi sulla fiducia e, naturalmente, sulla comprovata esperienza del professionista in questione.
Anche il preventivo di parcella, come è giusto che sia, può giocare la sua parte.
Ma non ritengo che la scelta migliore sia quella di propendere per il preventivo più economico ricevuto.
A mio parere l’avvocato deve, innanzitutto, saper instaurare con il cliente un rapporto che sia proficuo dal punto di vista delle aspettative e della fiducia reciproca. Ciò significa che l’avvocato, a volte, deve spiegare al cliente anche ciò che quest’ultimo non vorrebbe sentirsi dire. La prima qualità che un avvocato dovrebbe possedere, perciò, è onestà unita a trasparenza.
Un buon avvocato, inoltre, a mio avviso dovrebbe essere il più possibile reperibile. Uno dei modi per essere raggiungibili dai clienti è fornire il proprio numero di cellulare, anche se non tutti i miei colleghi sono d’accordo; ovviamente sta poi al cliente stesso non abusare della disponibilità del professionista.
Infine, sempre a mio modo di intendere la professione, un buon avvocato dovrebbe essere empatico. È ideale, infatti, che tra professionista e cliente si instauri un rapporto di fiducia, sempre nei limiti del professionale. Un rapporto distaccato da parte del professionista finisce per generare diffidenza e sfiducia.
Dipende dalla natura dell’incarico per il quale il cliente si rivolge all’avvocato. Ci sono procedure – come il giudizio ordinario civile, il recupero crediti o lo sfratto – che si compongono di fasi ben scandite in cui esistono momenti morti. In questi casi, potrebbero anche trascorrere mesi senza vedere il proprio avvocato.
In altri casi, come quelli riguardanti il diritto di famiglia, invece, si può essere più portati a vedere e sentire spesso il proprio avvocato in ragione delle evoluzioni dei rapporti familiari del cliente.
Sicuramente il sistema più collaudato per trovare un buon avvocato è il passaparola da parte di un cliente che si è precedentemente rivolto a te ed è rimasto soddisfatto dell’opera ricevuta. Anche le recensioni online possono essere utili, ma attenzione: assicuratevi che siano verificate, come ad esempio avviene su Prontopro.
Uno dei primi campanelli d’allarme è, senza dubbio, la mancanza di dialogo tra cliente e avvocato. Se, al contrario, il professionista scelto risulta disponibile ed assolve in maniera puntuale e precisa l’incarico conferitogli, allora si può essere fiduciosi di aver scelto un buon avvocato.