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Come si diventa fotografo professionista

Abbiamo intervistato per voi Chiara Cadeddu che ci ha raccontato il suo percorso che l’ha portata a diventare fotografo professionista.

fotografo

 

Ciao Chiara parlaci un po’ di te e della tua storia.

Quando da bambina mi chiedevano cosa volessi fare da grande io rispondevo la fotografa.
Così dopo il diploma in lingue alle superiori, che servono sempre, ho iniziato a dedicarmi alla fotografia. Ho cercato delle scuole e dei corsi mirati.
Mi son trasferita a Perugia all’istituto europeo di arti operative, rivelatosi poi non all’altezza delle aspettative. L’anno successivo ho provato la selezione al CFP Bauer di Milano, l’unica scuola di fotografia statale all’epoca, con soli 20 posti disponibili per il corso che volevo seguire(in realtà mi ero iscritta per fare Fotografia base che durava due anni, ma una volta al colloquio, dato che le basi le avevo apprese all’istituto di Perugia, mi consigliarono di iscrivermi al corso di assistente fotografo di moda).
La scuola era organizzata molto meglio e ho imparato tanto, sia la sala di posa che quella di sviluppo e stampa erano molto bene attrezzate, c’era un buon mix di teoria e pratica e sopratutto era previsto lo stage obbligatorio in uno studio fotografico della durata di un paio di mesi dove si toccava con mano la professione.
Nel mio caso, fui fortunata, perché nello studio dove ho fatto lo stage incontrai la factotum dello studio che mi procurò altri contatti e il mio primo lavoro dopo la scuola. Da lì iniziai la professione.
Non si impara tanto nello studio quanto nel lavoro, ma le basi continuano ad essere importanti.
La fotografie è passione e con questo motore si può arrivare ovunque. Le basi si possono apprendere in vari modi, anche osservando direttamente il lavoro di un fotografo professionista,  comprando libri o approfondendo in internet: le vie sono molte, non importa quale si scelga per raggiungere l’obiettivo. La passione è fondamentale.
Attraverso anni di esperienze, vari lavori, incontri importanti ed errori si diventa professionisti.

Quali sono le regole che assolutamente vanno seguite per fare qualunque fotografia? parliamo di soggetto, luci, profondità ecc

La mia specializzazione si basa sui ritratti e l’architettura di interni, questo perché nel corso degli anni, attraverso gli incontri e le possibilità di lavoro, ci si avvicina di più ad un settore rispetto ad un altro. Ho collaborato come photoeditor per diversi anni per una rivista di interni, molto diffusa e nota sul territorio nazionale. Loro oltre ad una persona che si occupasse di ricerca iconografica,  serviva anche chi fotografasse  i personaggi che intervistavano o gli interni dei quali parlavano nei redazionali (show-room, hotel, ristoranti).
I ritratti sono sempre stati la mia passione, anche mentre studiavo, l’architettura mi ha catturato lentamente, e oggi è diventato parte di me.
Non sono mai stata estremamente tecnica. Ogni fotografia per me ha delle regola a sé, che cambiano a seconda di quello che si intende “dire” con quello scatto. Non credo ci siano delle regole assolute. Si deve conoscere bene la tecnica fotografica solo per riuscire ad arrivare all’immagine che ci si crea in testa. Questa è la cosa più importante, e forse anche la più semplice una volta che si conosce bene la tecnica, perché ci si prefigge uno scopo e si usano le conoscenze per arrivare a formare quella immagine precisa.  Non c’è qualcosa di giusto o di sbagliato.
Nella fotografia di interni ed architettura si deve stare molto attenti alle linee, che non “scappino” , che non siano storte. A me personalmente non piacciono per questo tipo di ripresa, ma si parla di gusto personale non di regola.
Fondamentale per qualsiasi tipo di fotografia è saper gestire la luce e imparare a conoscerla. Conoscere le varie fonti luminosi e sapere che ad ogni tipo di luce corrisponde una temperatura di colore. Importante quindi è il fatto di saper dosare le luci e le ombre. Capire quando può essere importante osare un controluce.
La fotografie è disegnare con la luce. E’ uno degli strumenti fondamentali per un fotografo.

Quanto incidono i filtri e software editing nella buona uscita di una foto?

Naturalmente, con la fotografia digitale, sono diventati fondamentali anche i software di editing. Conoscerli e gestirli è diventato fondamentale
Io principalmente uso Photoshop e Lightroom.
Nella fotografia di interni questi programmi mi aiutano molto a neutralizzare le luci.
E’ un lavoro la post produzione, ci sono professionisti specializzati e negli studi più importanti c’è chi si occupa esclusivamente di quello.
E’ una voce da tenere presente e da calcolare quando si pensa ad un preventivo. Sono ore di lavoro quanto la ripresa, e a volte maggiori. E’ un’altra fase della professione del fotografo,che segue e conclude il lavoro iniziato con gli scatti.

Ringraziamo il fotografo Chiara Cadeddu per l’intervista concessa a ProntoPro.


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