Oggi abbiamo intervistato Laura Rizzi, che ci ha raccontato della sua passione per la fotografia e di come essa è diventata anche mestiere.
La passione per la fotografia nasce molto presto per me, quando ancora frequentavo la scuola superiore. Sicuramente sono stata influenzata da alcuni miei professori e dal clima politico e sociale di quegli anni, gli anni ’70. Ho iniziato a lavorare come assistente in diversi studi fotografici, e sono cresciuta così, con l’esperienza. Ancora giovanissima, comunque, ho aperto il mio studio a Milano e ho iniziato a lavorare da sola.
Le qualità che distinguono un professionista sono il senso del suo lavoro: una persona che ha le doti per fare buone immagini può anche scegliere la fotografia come lavoro secondario, ma difficilmente costruirà un percorso di maturazione. Il lavoro del fotografo é impegnativo, non solo economicamente: presuppone una forte organizzazione, preparazione e molto tempo dedicato a tutto quello che sta intorno a uno shooting. Si deve essere disponibili nei tempi e nei luoghi che il cliente richiede, con le idee giuste e pronti a risolvere problemi imprevisti. Per fare questo é necessario avere una robusta esperienza dietro di sè. Come per qualsiasi lavoro, del resto.
I settori che più mi interessano sono le foto di interni, i ritratti e gli still life. Non c’é contraddizione tra loro: fotografare per me é rivelare l’armonia di un luogo, il suo equilibrio nello spazio e nella luce. Allo stesso modo quando fotografo un oggetto cerco di farlo vivere di luce e di magia, per raccontarlo come in una storia, anche se con una sola immagine. Per i ritratti mi piace cogliere gli aspetti che spesso si celano dietro a un volto, farli emergere a poco a poco e dare a una persona una visione di sè che non aveva mai colto.
Sempre, comunque, mi metto in ascolto di quello che ho davanti. Non penso a uno stile interpretativo, ma ne esce sempre, alla fine, un mio personale modo di vedere il mondo. E la luce, sia in ripresa che in post produzione, gioca un ruolo fondamentale.
Ringraziamo Laura per l’intervista, chi é curioso il suo sito www.laurarizzi.com