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Il fotografo autodidatta al giorno d’oggi

Acquisire consapevolezza come fotografo autodidatta: un obiettivo possibile

Oggi abbiamo deciso di intervistare Matteo, un fotografo autodidatta di grande esperienza. Matteo è pronto a condividere alcuni utili consigli e a raccontarci i suoi studi e i suoi trascorsi professionali, fornendoci informazioni sulle competenze tecniche indispensabili per svolgere la professione di fotografo.

 

fotografo autodidatta

Quali sono le migliori fonti di apprendimento per un fotografo autodidatta?

Le migliori risorse si trovano senz’altro navigando sul web, anche solo digitando parole chiave sui motori di ricerca. Youtube, inoltre, offre un gran numero di videocorsi sui principi di base della fotografia, sulle tecniche di postproduzione ed altri task più avanzati. Al di là dello studio teorico, è fondamentale la pratica costante sul campo per crescere e migliorarsi, accompagnata da uno studio approfondito della lingua inglese. Molti tutorial e forum specializzati, infatti, sono interamente redatti in questa lingua.

Quali sono le differenze più significative nel lavorare come fotografo di matrimoni e come fotografo di book?

Prima di tutto, non posso non citare il fattore di irripetibilità degli eventi. In un matrimonio, infatti, cerco di adottare uno stile più vicino al reportage, sempre presente ed il meno invasivo possibile. Alcuni eventi significativi di questa festa, come lo scambio delle fedi ed il taglio della torta, si ripetono però solo una volta. Di conseguenza è importante essere sempre all’erta e non distrarsi. La luce, per esempio, si comporta in maniera del tutto imprevedibile. Non ci si può lasciar cogliere impreparati e bisogna sviluppare la capacità di prevedere i cambiamenti ed agire di conseguenza nell’immediato. Nei book fotografici, invece, i tempi di preparazione sono più dilatati, l’ambiente è controllato e siamo generalmente più liberi di gestire le luci.

Quali sono le differenze fondamentali nel lavorare indoor o outdoor?

Quando si è outdoor si cerca di limitare il più possibile l’uso dell’attrezzatura, poiché è molto ingombrante. Per ottimizzare il tempi si cerca di fare scelte più precise, considerando con grande attenzione il fattore luce. In base alle circostanze bisognerà preventivare il trasporto di obiettivi più o meno luminosi, flash e pannelli riflettenti. Gli obiettivi fissi e luminosi richiedono grande maestria sia nella gestione della profondità di campo, sia nelle le scelte di framing. I migliori fotografi sono in grado di sfruttarli al meglio, ottenendo scatti unici e di qualità. Quando gli spostamenti sono frequenti e siamo costretti a portare con noi tutta l’attrezzatura, allora è preferibile optare per gli obiettivi zoom, pratici e comodi.

 

È più facile evolversi professionalmente da fotografo a videomaker o viceversa? Perché?

Indubbiamente la fotografia e la produzione audiovisiva sono due settori molto connessi tra di loro e condividono parte della strumentazione professionale. Ciò che cambia sensibilmente, invece, è il  modo di pensare e ragionare, sia per ciò che riguarda le inquadrature, sia per l’impostazione della macchina. Da ciò che ho potuto imparare sul campo e dall’esperienza dei miei colleghi, ho notato che un fotografo intenzionato a diventare videomaker ha generalmente una marcia in più. Il fotografo, infatti, si prende cura della gestione della luce e delle inquadrature con un approccio volto a cogliere maggiormente la componente emotiva della scena. Inoltre, il fotografo dispone di una padronanza a 360 gradi dell’attrezzatura; il background del videomaker spesso è più limitato. Ad ogni modo, dividersi tra le due specializzazioni non è affatto semplice, poiché richiede molto studio e molta pazienza. Infine, è bene precisare alcuni aspetti tecnici. Il fotografo cerca di prestare attenzione al tempo di scatto per non realizzare foto mosse ed ottenere una visione più completa rispetto all’inquadratura classica. Nella ripresa video, invece, il tempo di scatto passa in secondo piano, se non quando bisogna evitare interferenze dovute alla frequenza dei 50hz prodotte dalle luci artificiali. Bisogna stare molto attenti alla messa a fuoco, alla stabilità e, da ultimo alla qualità dell’audio in presa diretta. Queste differenze sembrano a prima vista poco rilevanti: in realtà esse determineranno gran parte delle scelte tecniche ed artistiche del professionista.

Grazie alle parole di Matteo, di matteofotografia.it, abbiamo appreso che l’acquisizione di un ampio bagaglio di competenze tecniche va accompagnata ad una buona sensibilità creativa ed alla capacità di previsione dei cambiamenti. Le professioni del fotografo e del videomaker sono estremamente affascinanti: tuttavia, esse richiedono grandissimo impegno, costanza e determinazione. Coniugare arte e tecnica, infatti, è un’impresa difficile: solo chi saprà portarla a compimento potrà distinguersi sul mercato e raggiungere il successo.

 

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