La mia passione per la fotografia in realtà è un’illusione. Le mie passioni sono le esperienze, l’incontro con le persone e le loro storie e la condivisione di tutto questo con il linguaggio che più mi è congeniale; la fotografia. La fotografia è il mio linguaggio, io cerco di raccontare storie. Mi concentro più sui contenuti che sulla fotografia in se, sulle esperienze. Nel mio lavoro di otto mesi con il popolo Sikh, l’aspetto fondamentale è stato la mia esperienza dentro la loro cultura, la loro religione, l’incontro con le persone. Ho cercato di far conoscere, di svelare una storia che è vissuta a pochi passi dalla mia città. Mettere a fuoco il contenuto e l’esperienza è quello che cerco di fare anche attraverso PhotoGarage, il collettivo fotografico con il quale organizzo una serie di eventi volti alla divulgazione della cultura fotografica.
Scarpe comode e il mio taccuino, sul quale annoto ogni genere di appunto.
In realtà io non ho nessuna carriera per quanto riguarda la fotografia. Si può parlare di un percorso che chiaramente non è ancora arrivato al suo fine ne mai ci arriverà. In questo percorso ci sono state diverse esperienze particolarmente importanti. Una di queste è stato certamente l’incontro con la fotografa Sara Lando che attraverso il suo collettivo mi ha aiutato a ritrovare la mia strada in un momento di confusione e di dubbi. Attraverso il confronto con lei e con tutti i compagni di viaggio ho ricostruito la mia visione, il mio linguaggio. Un’altra importante esperienza è stato il reportage a cui ho accennato prima; il progetto Sikh. Attraverso questa esperienza che è durata molto, ho riscoperto il piacere di scoprire, la voglia di raccontare storie e di condividerle per sollevare delle domande, dei dubbi, per spingere le persone a fare delle domande, a farsi delle domande e a cercare le risposte. Andando invece molto indietro nel tempo mi ricordo il primo matrimonio che volli documentare, quello di una cugina. E’ stato il primo incarico ufficiale ed è stato allora che ho capito l’importanza della fotografia, la responsabilità che ne consegue e la forza di questo linguaggio. Come dice la fotografa Monica Bulaj “… la fotografia è un gioco molto serio”.