Abbiamo intervistato Toma della band Crancy Crock che ci ha parlato della loro storia e del loro punto di vista sull’attuale scena musicale.
I Crancy Crock nascono in un umido scantinato della bergamasca, nell’ormai lontano 1997, dall’idea di quattro “scapestrati” sedicenni che iniziano i primi concerti all’insegna di birra, punk rock, divertimento e sregolatezza. Dopo vent’anni, cinque album all’attivo, alcuni cambi di formazione fisiologici, svariati concerti, ci si ritrova a voler festeggiare il traguardo con una serie di concerti all’insegna di punk rock, birrette, grappini, amari tosti, ma soprattutto divertimento (questa volta però ponderato, consapevole ed entro i limiti consentiti dalla legge). E ciliegina sulla torta: un nuovo album a cui stiamo lavorando e che vorremmo aver pronto in primavera.
Ne abbiamo tanti, molti li abbiamo avuti e cambiati nel corso del tempo, spaziando in generi ed epoche. Per rimanere nel punk direi Clash, Ramones, NOFX, Tre Allegri Ragazzi Morti, Green Day, Derozer. Per dirne uno su tutti, Punkreas, ai quali abbiamo aperto un paio di serate nel 2014. Dei quali ammiriamo soprattutto la costanza e la capacità di mantenere una propria identità all’interno di una loro evoluzione musicale. L’irriverenza, la capacità di essere sempre sul pezzo, di non aver dormito sugli allori dei loro primi successi, e di non tirarsela per niente. Che è secondo noi parte fondamentale dell’attitudine punk rock e hardcore. I musicisti, anche quelli molto famosi, non dovrebbero tirarsela, perchè poi? …ma soprattutto dovrebbero smetterla gli chef, …bastaaaa!
Non male. Soprattutto in Italia è molto interessante. Non finiamo mai di incuriosirci e di sorprenderci.
Diversa cosa per quanto riguarda l’interesse per la musica dal vivo e per gli eventi della propria provincia. In particolare per quanto riguarda il pubblico più giovane, sui vent’anni. Mi sembra che negli ultimi anni si sia perso un po’ il piacere di andare ai concerti, agli eventi della propria zona. Ad un concerto non si va solo per il gruppo che suona: si conosce gente, si fa baldoria, si passa una serata in compagnia. Poi magari si scopre nuova musica, e la si vive in diretta, dal vivo, davanti, da vicino. Praticamente l’esatto contrario di ascoltare musica su youtube. Il sudore è importante. Anche più della birra.
Però siamo ottimisti. D’altronde la gente si stuferà prima o poi di prendere fregature dai bagarini online per assistere a memorabili concerti in cima ad uno stadio. E non vedere nemmeno la faccia del cantante.
No. Ognuno ha i propri gusti, ogni periodo le proprie mode, ma la ruota gira più spesso di quanto sembri.
Ringraziamo Toma ed i Crancy Crock per aver condiviso con noi la loro esperienza e per maggiori dettagli vi invitiamo a visitare il loro sito www.crancycrock.it
Potete ascoltare il loro singolo Rebus cliccando qui.