Oggi per ProntoPro intervistiamo Simone, responsabile di Studioconi.
Ci parli della nascita di STUDIOCONI? Che attività svolge?
Dopo la laurea in ingegneria edile (2005) ho lavorato per alcuni anni con diversi studi partecipando così a importanti progetti e prestigiosi concorsi di architettura. Dal 2005 al 2011 ho avuto la grande fortuna di collaborare, in veste di tutor didattico, ai laboratori di Composizione Architettonica della Facoltà di Architettura di Cagliari. Poi, con l’arrivo delle prime commesse, è arrivata la possibilità di mettersi in gioco in prima persona. Inizialmente ho lavorato in team con alcuni colleghi poi, nel 2009, la svolta, ho deciso di proseguire da solo fondando così STUDIOCONI. Lo studio si avvale della collaborazione di diversi professionisti per andare incontro alle numerose e molteplici variabili che si affrontano quotidianamente nella professione così da poter rispondere in modo rapido e preciso a ogni richiesta. Le principali attività riguardano la progettazione, direzione dei lavori e il coordinamento per la sicurezza relativamente al campo dell’architettura e dell’ingegneria, sia per lavori pubblici che per lavori privati; si può spaziare quindi dal recupero di un’abitazione in centro storico alla progettazione di una piazza. Dal 2007 lavoro anche in ambito giudiziario in qualità di Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Oristano.
Qual è il processo di progettazione di un’opera architettonica?
Una delle principali attività dello studio è la progettazione di edifici residenziali. E’ sicuramente uno dei settori più impegnativi ma anche uno dei più gratificanti. Il continuo confronto con il committente è l’elemento chiave. Prima di iniziare con la progettazione vera e propria mi piace organizzare diversi incontri con il committente per capire quali sono le sue abitudini, i suoi gusti, ma anche i suoi desideri. Mi piace avere un approccio didattico illustrando le diverse soluzioni compositive, le possibili tecniche costruttive e i loro relativi costi, si sfogliano insieme delle riviste, si visitano i cantieri in corso. Si deve conquistare la fiducia e l’amicizia del proprio committente; la costruzione di un’abitazione è un evento importante e deve essere studiato e assimilato con i giusti tempi. Una volta eseguito il rilievo del lotto, o della vecchia abitazione da recuperare, si passa agli studi della distribuzione interna. Si predispongono diverse soluzioni, in genere almeno tre, che vengono esaminate attentamente con il committente così da poter individuare, alla fine, la distribuzione degli spazi ideale. Spesso tale fase può durare diversi mesi ma consente di recuperare tempo durante l’esecuzione dei lavori. La fase successiva vede il passaggio dal 2d delle planimetrie al 3d. Anche in questo caso le soluzioni che si propongono sono diverse e pertanto cerchiamo di non “perdere” troppo tempo con render eccessivamente accurati, non disdegniamo la realizzazione di disegni a mano e di plastici di studio. Esaurita la fase “creativa” si passa alla realizzazione degli elaborati necessari a ottenere i permessi per l’esecuzione dei lavori, contestualmente si realizzano i disegni di dettaglio relativi ai particolari costruttivi dell’edificio per passare, finalmente, all’esecuzione dei lavori. Nessun elemento è lasciato al caso, tutte le scelte sono condivise dal committente che viene coinvolto attivamente in ogni fase della progettazione.
In cosa consiste la direzione dei lavori architettonici?
La stesura di progetti accurati e condivisi è l’elemento fondamentale per una serena direzione dei lavori, gli imprevisti sono ridotti al massimo e raramente è necessario eseguire varianti in corso d’opera. Le varianti in genere sono realizzate in modo veloce e pertanto è più probabile commettere errori o sforare il budget. La presenza del direttore dei lavori in cantiere è fondamentale per verificare la correttezza delle lavorazioni e per prestare il giusto supporto tecnico all’impresa. La scelta dell’impresa esecutrice è molto importante, si dovrebbe prestare grande attenzione ai preventivi, ma non solo. Prima di affidare un lavoro ad un’impresa cerchiamo sempre di vedere dei loro lavori e sentire i precedenti clienti. Spesso dietro ad un preventivo più basso si nasconde un’impresa non adeguata. Il cantiere è un luogo magico, veder crescere un edificio è un’emozione indescrivibile; Harold Wagoner non a caso sosteneva che “Il bello di essere architetto è che puoi camminare nei tuoi sogni”.
Parliamo di sicurezza nei cantieri. Quali sono i provvedimenti obbligatori e quali sono le figure coinvolte?
Come è noto, tra i luoghi di lavoro, i cantieri edili sono quelli con il maggiore rischio infortunistico. Complessivamente nel 2016 ci sono stati 935 infortuni mortali su circa 587.600 infortuni, ovviamente non tutti nel settore edile; tuttavia si tratta di numeri importanti, che devono far riflettere. Nel campo edile gli infortuni più gravi derivano dall’assenza di adeguati dispositivi di protezione, i rischi maggiori sono la caduta dall’alto (ad esempio da un tetto) o il rischio di seppellimento o di sprofondamento (frequenti durante gli scavi con profondità superiore a 1,5 m).
In questi ultimi decenni la normativa sulla sicurezza nei cantieri ha avuto grandi sviluppi dando un importante ruolo anche al committente, figura che in passato non veniva presa nella giusta considerazione. Il D.Lgs 81/2008 vede nella figura del committente il regista dell’intero “sistema sicurezza”, spetta a lui verificare l’applicabilità del decreto e ricorrere, nei casi prescritti dalla legge, all’attività di un coordinatore per la sicurezza. Il coordinatore per la sicurezza è un tecnico opportunamente formato che avrà il compito di guidare nel migliore dei modi tutte le attività di cantiere già prima dell’inizio dei lavori, anche in fase progettuale. Tra i numerosi obblighi del committente vi è anche quello di verificare l’idoneità delle imprese selezionate per l’esecuzione dei lavori. Le incombenze sono numerose e i committenti spesso non sono consci del loro ruolo, la consulenza di un tecnico preparato è fondamentale per non incorrere in sanzioni e soprattutto per tenere sotto controllo tutte quelle situazioni lavorative potenzialmente pericolose che si presentano di frequente durante i lavori edili.
Ci parli di un tuo progetto di cui sei particolarmente entusiasta?
Sinceramente non ho un progetto “preferito”, sono molto legato a più progetti, uno di questi è sicuramente l’intervento di riqualificazione urbana nel centro storico di Pau. Un paesino di circa 300 abitanti, situato sul versante occidentale del Monte Arci, popolato ormai principalmente da persone anziane; era il paese dei miei nonni materni. In quell’occasione abbiamo utilizzato il basalto, pietra vulcanica tipica del luogo, per realizzare la nuova pavimentazione stradale e per realizzare un piccolo spazio attrezzato. Non la considero una piazza ma piuttosto un luogo per la sosta. Si tratta di un lungo sedile in biancone di Orosei, un tipico marmo sardo, che poggia su una piastra orizzontale in basalto. La pendenza della strada ha consentito di “spezzare” la piastra in due grandi gradoni e individuare così due zone seduta con differenti altezze andando incontro perciò alle esigenze degli anziani che spesso, una volta seduti, possono avere difficoltà a rialzarsi. Sono presenti un albero e una fontanella per dare un po’ di ombra e refrigerio durante il periodo estivo. Le forme impiegate ricordano i vecchi abbeveratoi per il bestiame che un tempo si trovavano nelle campagne
A Ussaramanna, un paesino della Marmilla, ho avuto il piacere di progettare uno dei primi incubatori di imprese della Sardegna. Si tratta di un piccolo fabbricato industriale, di proprietà del Comune, da dare in affitto a canone agevolato e facilitare così la nascita di nuove attività. Era l’ultimo lotto disponibile nella zona industriale, volutamente scartato da tutti per via della sua strana forma, un triangolo con uno dei lati curvo. L’Amministrazione Comunale, coraggiosamente, scelse di farsi carico di quello spazio e così grazie ad un contributo regionale si è potuto realizzare il piccolo edificio. Il fabbricato ricalca fedelmente la forma del lotto e pertanto si caratterizza per la presenza di una lunga parete curva contrapposta ad una lunga e dritta. Sul lato ovest le due pareti si sfiorano senza toccarsi, sul lato est divergono per dare spazio al volume dei locali di servizio e alla grande vetrata che illumina la zona di lavoro.
Ad Ales, paese natale di Antonio Gramsci, ho progettato una piazza dedicata alla sua famosa lettera dal carcere in cui racconta al figlio Delio la storia de “l’albero del riccio”. La piazza si caratterizza per la presenza di grandi riquadri pavimentati, in cui sono incise alcune frasi tratte dalla storia; negli spazi verdi sono state piantate diverse essenze arboree tipiche della macchia mediterranea e diversi alberi di mele, gli alberi della storia appunto.
Ogni progetto ha le sue sfide e le sue peculiarità e per questo affrontiamo i nuovi incarichi con grinta e passione alla ricerca delle soluzioni migliori in grado di dialogare con il contesto nel rispetto dei luoghi e nei limiti del budget imposto.
Ringraziamo Simone per l’intervista.