Oggi abbiamo intervistato Alessandro Barbato, che ci ha raccontato quanto sia difficile realizzare un produzione in 3D.
Sono Alessandro Barbato, un sognatore che vuole fare un film in 3D, questo è stato il mio punto di partenza, l’energia che ha alimentato tutto questo. Ma per fare un film 3D non basta conoscere la computer grafica, servono competenze di fotografia, ripresa, regia e quant’altro, insomma un mondo complesso che in Italia, fino ad oggi e tutt’ora non ha trovato quella giusta dimensione che merita. Ho capito che per fare ciò che mi piace o hai la possibilità di essere finanziato oppure inizi a studiare, in tutti i modi possibili.
Da grafico 3D ho implementato competenze di Fotografia e Video, perché sono indispensabili se vuoi crescere ed essere al passo con il mercato. Un mercato che chiede specializzazione ma al tempo stesso una visione d’insieme più ampia, mi spiego: un render o una fotografia possono farlo tutti, capire il fine di quel prodotto e quali saranno i canali usati per veicolarlo diventa fondamentale per riuscire interpretare al meglio quanto si deve fare e creare un servizio che non sia fine a se stesso ma che abbia una storia.
Il trucco, se cosi vogliamo chiamarlo, è avere passione, determinazione, formarsi, studiare continuamente e stare attenti a come si muove il mondo intorno a noi sia nel mondo reale che in quello digitale/social.
E’ vero, chiunque può accedere ad una macchina fotografica e “diventare fotografo”, l’ho fatto anch’io a suo tempo. Poi arriva un primo incarico che solitamente non è mai “figo” come ci si immagina, tipo location fantastiche, con modelli/modelle bellissime. E allora inizia il bello, inizia la creatività mescolata alla fatica. Devi pensare un modo per rendere accattivante, interessante un prodotto, una location che nella quotidianità magari non piace. Ecco: il professionista accetta la sfida l’amatore no. Io intanto accetto le sfide, perché mi permettono di crescere ed avere continui stimoli, magari un giorno diventerò anche un professionista.
Secondo me le caratteristiche più importanti sono innanzitutto il continuo studio sia della tecnica tradizionale sia delle nuove tendenze che arrivano, sperimentare sempre, essere curiosi di tutto e di tutti, non smettere mai di cambiare prospettiva, in tutti i sensi.
Il wedding photographer nasce dalla curiosità, penso sia uno dei settori più difficili perché in sé raccoglie diverse discipline e tecniche con tempi estremamente ridotti e non ripetibili.
C’è sempre molta adrenalina, come bene o male in ogni cosa che devo fare, ma al tempo stesso consapevolezza. Mi piace raccontare la storia di due persone che decidono ad un certo punto di fare questo passo. E’ una fotografia di reportage ma al tempo stesso artistica. In qualche modo mi fa assaporare la libertà del mio mestiere pur consapevole che ci sono delle linee ben definite, oltre al fatto che ti dà molto in termini di emozioni e sensazioni.
Il 3D come dicevo è stata ed è la mia base di partenza, oggi fotografia e computer grafica in molti ambiti coesistono e sono complementari. Insieme sono due discipline che permettono molto in termini di comunicazione. Questo ancor più della fotografia richiede continui studi sia sulle tecnologie, sia sulle possibilità che queste portano. Nella maggior parte sviluppo progetti per il settore dell’architettura anche se le sfide più eccitanti sono nel settore industriale, medico. Quei settori dove molte volte l’occhio umano non può arrivare ma la creatività si.
Ringraziamo Alessandro Barbato per l’intervista rilasciata, vi rimandiamo al suo sito per maggiori informazioni: