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L’etica di due giovani architetti

Oggi ho intervistato due giovani architetti, Beatrice e Carlo, che ci hanno raccontato cosa significa per loro essere architetti.

Architetti pro arch

Qual è la storia del vostro studio?

Lo Studio viene fondato nel 2010 dall’unione d’intenti e di passioni di due giovani architetti, Carlo Stalteri, e Beatrice Bruzzì. I quali, dopo diverse esperienze professionali di collaborazione con studi tecnici e Università, decidono di investire sulla professionalità personale e sul proprio modo d’intendere l’Architettura. Questo connubio ha un’intenzione programmatica: concepire l’intervento dell’Architetto come una vera e propria Promenade Architecturale (specifica e palese citazione del grande Maestro Le Corbusier), intesa non solo come il percorso che conduce alla scoperta dello spazio architettonico in quanto risultato di un processo creativo, ma anche come il percorso inteso come il succedersi delle fasi che portano dalla genesi dell’idea alla creazione della materia. Il “Percorso Architettonico” non è solo ciò che conduce al punto di arrivo, ma è l’esperienza dell’insieme dei punti che formano il processo di produzione dell’architettura stessa. Architettura intesa come ricerca dell’equilibrio volumetrico, armonia dei segni, cura del particolare, estetica e materia. L’etica dello studio è la concezione dell’oggetto architettonico come prodotto ultimo di un processo di soddisfazione delle esigenze che nasce da un pensiero in continua evoluzione.

Ci raccontate le vostre singole esperienze personali?

Carlo Stalteri, architetto e designer, si laurea con 110 su 110 e lode in Architettura all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria con la tesi di laurea dal titolo “Utopia democratica del recupero edilizio a Siderno, trasformazioni tra realtà e paradossi del fronte a mare”, (Premio Internazionale di Archeologia Locri Epizefiri 2007, vincitore del premio sezione Tesi di Laurea) nella quale rivendica l’importanza dell’affermazione dello spazio pubblico e della sua fruizione da parte della comunità, con un riassetto strutturale ed infrastrutturale innovativo e sostenibile. Collabora con diversi studi tecnici e arricchisce la sua formazione partecipando a workshops nazionali ed internazionali confrontandosi su diverse tematiche progettuali. Inoltre la sua passione per il design e la gestione dello spazio lo porta a progettare installazioni ed allestimenti per mostre temporanee. Nel tempo si specializza nella progettazione di unità residenziali, ristrutturazioni ed arredamento d’interni. Fonda con l’architetto Beatrice Bruzzì lo studio di architettura e design Pro.Arch. (Promenade Architecturale). La forza generatrice del suo processo creativo è l’utopia, che non rimane, però, solo riferimento astratto ma la si trova concretizzata nella costante ricerca estetica e funzionale.

Beatrice Bruzzì, architetto e designer, si laurea con 110 su 110 e lode in Architettura all’Università “Mediterranea”di Reggio Calabria con la tesi di laurea dal titolo “Nuovi percorsi razionali, sala espositiva ed auditorium per il Parco Archeologico di Locri Epizefiri” (tesi classificata al quarto posto nel Concorso nazionale per il Premio MUMEX 2010, istituito dal Ministero dei Beni Culturali e da Invitalia), ponendo subito l’accento sull’importanza del recupero e della valorizzazione del territorio della Locride, che necessita di una forte opera organica di ricucitura del tessuto urbano in un’ottica promotrice delle risorse esistenti. La sua indole appassionata ed innovatrice la porta subito a confrontarsi con la professione dando vita, ancora giovanissima, allo studio di architettura e design Pro.Arch. (Promenade Architecturale) insieme all’architetto Carlo Stalteri. Nel tempo si specializza nella progettazione di unità residenziali, ristrutturazioni ed arredamento d’interni. La sua etica professionale è improntata sulla sinergia degli interventi di trasformazione del territorio, senza tralasciare la cura per il particolare e lo stupore della scoperta dell’innovazione raggiunta attraverso un processo di creazione razionale ed equilibrato.

Per quali motivi i privati richiedono il vostro lavoro? 

L’esigenza principale della committenza che si affida allo Studio PRO.ARCH. è la necessità di trovare un’assistenza costante e professionale, improntata sul confronto continuo e sulla crescita reciproca, con il fine ultimo che è la ricerca della soluzione più giusta e personale possibile, adeguando gli spazi e gli ambienti alla qualità soggettiva del committente, ricerca guidata dall’equilibrio delle proporzioni e della legalità. Lo Studio PRO.ARCH. è motivato da una ricerca costante che tende a trovare soluzioni coordinate su tutte le scale progettuali, dal progetto strutturale sino al dettaglio di design. Questo approccio fa si che il risultato finale è un sistema coerente e pertinente alle esigenze del committente.

Come si sviluppa la progettazione di un edificio? 

La progettazione di un edificio si sviluppa su un confronto reciproco tra tecnico e committente, che seguendo un tema progettuale coerente, equilibrato e personale, tende alla soddisfazione ultima della vivibilità dello spazio e del paesaggio, rispettando il contesto dell’intervento e le normative che lo definisco. Il processo generatore è stimolato dalla ricerca continua di utilizzo di materiali più giusti e sostenibili, e dal concepimento di spazi proporzionati e coerenti con il fine ultimo della vivibilità personale e personalizzata del soggetto che dovrà vivere l’ambiente specifico. Il risultato finale è scaturito dall’incontro delle necessità del committente con la peculiarità del contesto su cui insisterà l’opera.

La vostra professione è davvero tanto creativa come si crede?

Innanzitutto, per essere Architetti bisogna essere curiosi e positivi, perché l’Architetto deve essere sempre stimolato dagli input esterni e dalla consapevolezza che si deve attuare un’azione costruttiva. Qualunque incarico deve essere concepito come motivo di stimolo e di propositività, ma non solo, la figura dell’Architetto non deve essere intesa come mera azione professionale, bensì deve essere intrinseca nella creatività stessa della persona che esercita la professione dell’Architetto. Quando la natura stessa della persona è caratterizzata da positività e curiosità, questa condizione personale si riscontra ed emerge in maniera naturale nella conseguente azione professionale che, di conseguenza, coinvolge anche la committenza, facendo scaturire un processo creativo e positivo.

Ringrazio ancora Beatrice e Carlo e vi invito a visitare studioproarch.it


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