Qui di seguito ci verrà spiegato come funziona il settore immobiliare e perché bisogna affidarsi ad un professionista.
Sono un architetto libero professionista da quasi vent’anni. Ho lavorato con imprese di costruzione piccole e grandi, per soggetti privati, società ed enti religiosi, come progettista e come direttore dei lavori, gestendo tutte le fasi dal progetto alla costruzione, alle verifiche di conformità finali. Oggi mi occupo soprattutto di consulenza in ambito immobiliare, affiancando chi deve vendere o acquistare un immobile (abitazione, ufficio o locale commerciale), supportandolo in tutto il processo e nel dialogo con i soggetti coinvolti. Lavoro anche come perito per conto delle banche, nelle pratiche di erogazione del credito che riguardano immobili residenziali, commerciali e produttivi. Attualmente sono membro RICS, che è l’associazione privata internazionale che riunisce i più operatori qualificati del mondo della consulenza immobiliare.
In questi anni di crisi, ho investito molte risorse nel qualificarmi in aree disciplinari emergenti, sfruttando il patrimonio di conoscenza ed esperienza di quasi vent’anni di professione, ma da una nuova angolazione. Ad esempio, nelle pratiche di accesso al credito, io posso aiutare il cliente ad acquisire maggior consapevolezza di eventuali criticità (cattive condizioni manutentive, bassa efficienza energetica, non conformità urbanistica o catastale) e consigliarlo su come procedere per rimettersi in regola. Talvolta può essere sufficiente una semplice consulenza con costi limitati, che però garantisce la serenità nell’affrontare impegni che possono essere vitali per la salute finanziaria di una famiglia o di una società, quali la compravendita di un immobile o la concessione di un mutuo. Dopo la fase di indagine preliminare, in genere sono chiamato a seguire le attività di regolarizzazione dell’immobile sotto il profilo normativo, che può limitarsi alla predisposizione di documenti o richiedere interventi di adeguamento edilizio e impiantistico.
Nella progettazione di interni abitativi si possono ottenere buoni risultati anche spendendo risorse economiche limitate, a condizione di non risparmiare nella fase di progetto che, se fatto con la dovuta competenza e scrupolo, potrà prevedere aree critiche, in cui è necessario spendere il giusto, e altre parti o componenti in cui si può ridurre la spesa. Il tecnico deve affiancare il cliente in queste scelte, dandogli gli strumenti per decidere. Ad esempio, è possibile “nobilitare” una semplice cucina in muratura, inserendo qualche maiolica decorata di recupero oppure creare un piano lavabo nel bagno, utilizzando una lastra di scarto trovata dal marmista. Un interno non si qualifica automaticamente per il costo unitario dei componenti presenti (arredi, accessori, finiture, ecc.), anzi l’eccesso di “peso specifico” di elementi non bilanciati può creare un insieme disarmonico. Dipende sempre dal progetto, che deve essere adeguatamente valutato e compensato.
Oggi è sempre più difficile ed impegnativo comunicare al cliente la delicatezza e l’importanza della fase progettuale senza apparire supponenti o avidi, dovendo confrontarsi con un assetto normativo che viene vissuto dal cliente come ostacolo da aggirare a qualunque costo. In genere l’architetto viene cercato per gli adempimenti burocratici e non con l’obiettivo di qualificare l’intervento che si intende realizzare. Ne deriva un rapporto non sempre basato su reciproca sincerità, in cui ad esempio la scoperta di situazioni di irregolarità o di abuso edilizio, può irrigidire la relazione con il cliente, che si aspetta un intervento di carattere “provvidenziale” in grado di sanare la situazione aggirando le norme e possibilmente a costo prossimo a zero. Inoltre talvolta sono penalizzato dall’obbligo di redigere sempre preventivi dettagliati e completi, che mi deriva dal mantenimento della certificazione RICS, risultando in apparenza più esoso dei colleghi concorrenti.
Si ringrazia L’architetto Giorgio Rosetti per la sua disponibilità e per il tempo che ci ha dedicato.