Le procedure da seguire sono, generalmente, codificate e gli step consistono nella necessità di effettuare un sopralluogo, rintracciare la documentazione a corredo etc. Se mi fosse data possibilità, vorrei invece offrire il mio punto di vista, dal “basso” dell’esperienza maturata, senza nessuna presunzione di avere “la verità in tasca”. Il primo passo da compiere, è sicuramente inviare al committente l’elenco completo e puntuale di tutti i documenti o le informazioni che vi occorreranno. Ad esempio copia dei documenti e codice fiscale, planimetria e visura (anche se tendenzialmente preferisco scaricarle dagli appositi registri, che ormai sono online, piuttosto che fidarmi di ciò che mi invia il cliente, che uso solo e soltanto come mero riferimento). Purtroppo, per esperienza diretta, mi è capitato di scoprire solo in sede di sopralluogo che l’immobile non rispettava i requisiti per poter eseguire un certificato energetico (mansarda accatastata come deposito, abuso edilizio evidente etc.). Questo ovviamente fa perdere tempo al cliente, ma soprattutto al professionista.
Inoltre, inviare al cliente l’elenco di tutte le informazioni che occorrono o che sarebbe utile ricevere (per chi ha la fortuna di avere il capitolato tecnico, così da conoscere anche i materiali con cui è stato edificato l’immobile). Pure perché capita che i clienti certe informazioni le hanno, ma ben nascoste in qualche cassetto. Se non vengono richieste in anticipo, difficilmente avranno cura di presentarsi al sopralluogo con tutta la documentazione dietro.
Svolto il sopralluogo ed effettuato il rilievo dello stato di fatto dell’immobile, soprattutto quando non si hanno informazioni sicure sui materiali edili utilizzati, prima di limitarsi alla mera analogia costruttiva, ove possibile ricercare altri APE con i dati catastali (Foglio e Mappale), ove questo, ovviamente, sia possibile. In Emilia Romagna il catasto energetico è accessibile ai certificatori, quindi vale la pena perdere qualche minuto a visualizzare altri APE dello stesso edificio o di edifici confinanti, soprattutto quando sono dello stesso periodo costruttivo.
Altri aspetti da guardare sono, ad esempio, il motivo per cui viene redatto l’APE. Non tutti i certificati sono uguali, nel senso che un certificato per nuova costruzione richiede informazioni diverse rispetto ad un certificato per locazione di un immobile esistente. Prima di “partire in quarta” ad inserire tutti i dati nel software di calcolo, soprattutto in casi nuovi, meglio spendere mezz’ora a leggersi la normativa regionale in materia, in modo da focalizzare subito quali “spunte mettere” all’interno del software, quali informazioni potrebbero servire (se nuova costruzione verrà chiesto il protocollo della CILA, i nomi dei vari tecnici coinvolti etc.). Per evitare di fare una pessima figura con il cliente, se mancano delle informazioni, raccoglierle tutte in una mail, invece di “tempestarlo” di richieste spot.
Se tutto quello di cui sopra è stato fatto, la redazione del certificato sarà semplice, veloce, e accurata