Francesco Caruso, Psicologo e Psicoterapeuta. Orgogliosamente Pugliese, nato a Foggia nel 1982. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Psicologia Cognitiva nel 2009 all’Università degli studi “Gabriele d'Annunzio” di Chieti – Pescara con una tesi dal titolo “Psiconeuroendocrinoimmunologia: dallo stress al cancro".
Successivamente si è specializzato in Psicoterapia Cognitivo – Comportamentale presso la Scuola “STUDI COGNITIVI”, sede di Modena, con una tesi dal titolo "L'utilizzo di tecniche ipnotiche in terapia cognitivo-comportamentale".
Ha iniziato la sua formazione pratica nell'ambito della psicologia clinica durante gli anni di tirocinio e di collaborazione volontaria prima presso la Asl di Foggia (sotto la guida del dr. Michele Cusano) e, successivamente, presso gli Istituti Ospitalieri di Cremona.
Nello specifico ha collaborato per anni con il CPS di Cremona (prima come Specializzando e, successivamente, come frequentatore volontario sotto la guida del dr. Roberto Pezone).
Dal 2012 è stato assunto come psicologo (con funzioni di educatore) presso l'Istituto Ospedaliero “Fondazione Sospiro” sito in Sospiro (CR) e lavora in RSD ad alta protezione con persone adulte con disabilità intellettiva/autismo.
Sin dagli ultimi anni di Liceo avevo ben chiaro in mente di voler svolgere una “professione d’aiuto”. Avendo da sempre avuto sin da bambino un profondo interesse per le scienze biologiche e avendo sempre subito il fascino della professione medica, la scelta sembrava esclusiva: “diventerà medico”.
A questa certezza, poi, sono susseguite riflessioni di tipo personale riguardanti le sue attitudini: “Cavolo, medicina è lunga e molto difficile. Sarò in grado di farcela?”; “Però dopotutto ho sempre valorizzato le relazioni personali. Sono bravo a parlare e ad ascoltare, magari ho un talento!”; “Per come sta andando il mondo e per la quantità di stress che la gente accumula quotidianamente, lo Psicologo non può che essere la professione del domani!”.
Alla fine di queste considerazioni ha fatto la sua scelta. Com'è andata? Nel suo percorso di studi ha potuto sfamare la sua passione per la clinica (psicologica) e per le neuroscienze; ha studiato dieci anni per arrivare a diventare Psicologo e specializzarsi in Psicoterapia; continua ad essere assolutamente convinto che la sua sia “la professione del domani” o così dovrebbe essere. Ma in Italia (differentemente da quanto avviene in altri paesi come, ad esempio, il Regno Unito) pare non si sia ancora capito.
Cosa lo motiva oggi? Il constatare quanto bene si riesce a fare al prossimo grazie alla capacità di ascolto, al potere della parola e, last but not least, a competenze scientifiche. Ben inteso: il suo non è un discorso puramente altruistico.
Sarebbe da ipocrita. Semplicemente, nel caso di Francesco, far del bene agli altri in scienza e coscienza lo fa stare bene. Lo fa sentire importante e utile. Così cerca di farlo al meglio che può.
Che cosa cura uno psicologo?
Uno “Psicologo”, non cura molto. Non ha competenze prettamente cliniche, soprattutto da un punto di vista tecnico e pratico. Generalizzando, è un professionista che studia da un punto di vista scientifico il pensiero dell’uomo, il suo mondo emotivo ed il modo in cui interagisce con l’ambiente circostante e con i suoi simili.Lo Psicoterapeuta, di contro, è uno Psicologo (con laurea magistrale) o un medico che ha affrontato un corso quadriennale di specializzazione post-lauream che lo ha abilitato al trattamento (non farmacologico, se Psicologo) dei vari disturbi psicologici e dei sintomi che li compongono.
Quale è la differenza tra psicologo e psichiatra?
Lo Psicologo è un professionista che ha conseguito una Laurea Magistrale in Psicologia e ha svolto un esame di stato atto all'abilitazione. Uno Psichiatra è un medico che, dopo l’abilitazione, ha conseguito una Specializzazione in Psichiatria. Lo Psicologo, pertanto, non essendo un medico, non può prescrivere farmaci o modificare una terapia farmacologica in atto.Sia chiaro, non potrà farlo neanche se è in possesso di una specializzazione in Psicoterapia.
Cosa succede quando lo psicologo interrompe la terapia?
Un percorso di psicoterapia è un rapporto professionale non vincolante sia da parte del paziente che del terapeuta. All'atto del primo colloquio e del contratto terapeutico, il professionista ha il dovere di esplicitare che il paziente ha facoltà di interrompere tale rapporto in qualsiasi momento lo desideri e per qualsiasi motivo. Tale decisione del paziente vale anche qualora il parere dello Psicologo sia contrario a tale volontà. Quest’ultimo, parimenti, ha il diritto/dovere di fare altrettanto quando, per ragioni professionali, valuta che il percorso non stia dando i risultati sperati che purtroppo non è possibile garantire a priori.
Sono molteplici, infatti, le possibili variabili che possono non portare ad un esito positivo di una terapia e che esulano dal controllo o dalla professionalità del terapeuta.
Un professionista onesto, in un caso del genere, ha il dovere di esplicitare quanto sta accadendo e, se lo ritiene utile, proporre al paziente un invio ad altro collega.