Quando, con il trascorrere delle settimane e dei mesi, la sofferenza non passa o addirittura peggiora, creando delle limitazioni o dei blocchi nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni sul lavoro, con gli amici o i familiari. A questo punto potrebbe essere arrivato il momento di chiedere l’aiuto di uno psicologo. Se si vive un periodo di blocco, di malessere, è normale volersi prendere cura della propria salute mentale, tanto quanto è normale andare dal medico per la propria salute fisica. Auto-convincersi di potercela fare da soli può diventare controproducente e rischia di aggravare la situazione. Lo psicologo è un professionista. In quest’ottica, rivolgersi allo psicologo significa quindi richiedere l’intervento di un professionista, esperto in materia, che con il proprio lavoro vi aiuterà a trovare la vostra strada, attraverso lo sviluppo di una maggior conoscenza di sé e di una maggior autoconsapevolezza. Lo strumento principale che viene tipicamente impiegato dallo psicologo è il dialogo, la parola, all’interno di una relazione basata sulla cooperazione i cui obiettivi vengono reciprocamente condivisi e co-costruiti dalla coppia. Ecco perché il colloquio con il professionista non può essere paragonato a quello che si può intrattenere con un familiare o con un conoscente: la conversazione con lo psicologo è costantemente regolata da quest’ultimo sulla base di criteri precisi e scientificamente rigorosi, mirati all’obiettivo.
Il rispetto più profondo nei confronti del paziente è sempre alla base di ogni intervento psicologico, ed è garantito e disciplinato dal codice deontologico.