Diana Soligo, 38 anni, nata a Camposampiero in provincia di Padova ed è una dietista. Ha due figli di 6 e 4 anni, un maschio e una femmina. Lavora come libera professionista presso uno studio privato a Padova.
Esercita la libera professione dal 2009. Collabora con una psicologa, insieme si occupano di terapia cognitivo comportamentale per la perdita di peso e di disordini alimentari. Si avvalgono di un protocollo terapeutico scientifico, il protocollo AIDAP (associazione disturbi dell'alimentazione e del peso).
A seconda del tipo di persona e di richiesta, si occupano insieme o singolarmente dei pazienti.
Inizialmente Diana si è iscritta al corso universitario perché la incuriosiva saperne di più sull'alimentazione. Anche prima dell'avvento di internet su larga scala come lo è oggi, dove chiunque può scrivere qualunque cosa, infatti, il tema alimentazione era molto diffuso.
Articoli di giornali e riviste dedicate, programmi tv, vecchie convinzioni tramandate di generazione in generazione. E ogni persona con cui parlava aveva una sua versione di corretta alimentazione e una sua soluzione per dimagrire.
La cosa assurda per lei era che tutti erano convinti di avere ragione, che la loro versione fosse quella corretta. Per Diana questo non aveva senso, quindi si è iscritta all'università per studiare dietistica con il desiderio di saperne di più dato che giravano troppe informazioni contrastanti. Dopo la laurea si è ritrovata con molte nozioni di teoria, difficili da trasmettere alle persone se non si possiede un metodo.
Tutti hanno le proprie convinzioni sull’alimentazione, non a caso, come già detto precedentemente da Diana, il tema alimentazione è molto chiacchierato. Era davvero difficile spiegare il proprio punto di vista, convincere le persone che molte cose non erano esattamente come loro credevano.
Infatti la maggior parte di loro non ascoltava, rimanendo incastrata nelle proprie idee e convinzioni e questo era molto frustrante. Dopo qualche anno Diana ha frequentato un master con il quale ha appreso il protocollo terapeutico con il quale tuttora lavora, un metodo scientifico che le permette di istruire le persone sulla corretta alimentazione e aiutarle a raggiungere i propri obiettivi (sia che vogliano dimagrire, sia che soffrano di disordini alimentari, sia che vogliano semplicemente mangiare in modo corretto).
Aiutare le persone a togliere tutti i preconcetti e le idee scorrette sull'alimentazione che hanno acquisito nel corso della loro vita è la parte più difficile e più bella del suo lavoro, far sì che capiscano quali sono le convinzioni errate che hanno sul cibo e correggere i loro errori.
Solo in questo modo i risultati ottenuti si possono mantenere nel tempo, cioè imparando e non seguendo alla lettera una dieta. In più si è in grado di distinguere una notizia vera da una falsa, si impara a diffidare dalle fake news sul cibo, dalle pubblicità, dall'industria della dieta e dall'industria alimentare. Si impara a scegliere consapevolmente
Cosa distingue un nutrizionista sportivo da un nutrizionista?
Se un nutrizionista si definisce nutrizionista sportivo deve aver frequentato, dopo la laurea, un percorso di studi, un master o una specializzazione, che amplia la sua conoscenza di base in campo alimentare alla specifica alimentazione richiesta per uno sportivo. Per sportivo non si intende una persona che va in palestra o fa sport per mantenersi in salute, ma una persona che fa sport a livello agonistico, una persona per la quale la corretta alimentazione, così come l'allenamento specifico che fa quotidianamente, può fare la differenza sulla sua performance sportiva. Parliamo quindi di atleti d'élite, atleti olimpici, sportivi di livello nazionale e internazionale.
Come bilanciare al meglio un menù settimanale dal punto di vista nutrizionale?
Diana ci indirizza alle linee guida italiane per una sana alimentazione, redatte dal CREA, il Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione. Le linee guida sottolineano come sia importante variare l'alimentazione in modo da non farci mancare tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno.
Quotidianamente non devono mai mancare i carboidrati, meglio se integrali, e la frutta e la verdura, variando i colori e seguendone la stagionalità. Non dobbiamo poi dimenticare i legumi (ceci, lenticchie, fagioli..), importante fonte di fibra alimentare che aumenta la sazietà del nostro pasto inducendoci a mangiare di meno, e ottima fonte proteica se associati ai cereali. Vanno alternati alle proteine di origine animale e andrebbero assunti almeno 3 volte a settimana.
Attenzione ai cibi grassi e i condimenti. Sono da preferire i condimenti di origine vegetale come l'olio extravergine d'oliva, gli alimenti contenenti oli vegetali come la frutta secca a guscio, ma attenzione alla quantità: i grassi, anche se buoni, apportano molteplici calorie alla nostra alimentazione senza aumentare la sazietà, perciò rischiamo di esagerare senza nemmeno rendercene conto. Quindi tutti i giorni ma con moderazione.
Vanno ridotti i grassi animali privilegiando le carni magre (massimo 2 volte e settimana) e il pesce, soprattutto quello azzurro perché ricco di omega 3, grassi che proteggono dalle malattie cardiovascolari. Anche le uova sono un'ottima fonte proteica, da inserire 1-2 volte a settimana.
Importante assumere anche il latte e i latticini che contengono calcio, preferibilmente scegliendo latte scremato e latticini a basso contenuto di grassi nel caso in cui si debbano controllare le calorie o si abbiano problemi di colesterolo elevato.
Inutile dire che zuccheri, bibite e dolci vanno assunti con moderazione. Nessun alimento o gruppo alimentare, quindi, deve essere escluso a priori dalla propria dieta. Se lo si fa è necessario consultare un nutrizionista per non incorrere in carenze nutrizionali che possono provocare danni alla nostra salute.
Per finire non dimentichiamoci dell'acqua, l'unica bevanda che veramente ci disseti. Non importa se naturale o frizzante, vicino o lontano dai pasti, ricordatevi di bere nell'arco di tutta la giornata. La quantità dipende da molte cose, ma in ogni caso, per un soggetto sano, non può essere inferiore al litro!
Come può un nutrizionista risolvere il problema della cellulite?
Risolverlo, purtroppo, non può. La cellulite, nonostante quello che spesso leggiamo on line o sui giornali, non sparisce miracolosamente facendo una dieta. Magari, esclama Diana.
Prima di tutto la cellulite è una condizione multifattoriale, ciò significa che molte variabili contribuiscono alla sua presenza e alla sua gravità. Per esempio la genetica sfavorevole e l'essere donna sono fattori che concorrono alla sua insorgenza.
Perciò non sempre è possibile eliminarla, il più delle volte dobbiamo accontentarci di tenerla sotto controllo: quasi nessuna donna in età fertile ne è immune. Oltre a questo, è certo che un'alimentazione scorretta, ricca di sale e povera di frutta e verdura, associata magari al sovrappeso, peggiora la situazione. Questo significa che mantenere un peso salutare e mangiare in modo corretto aiuta a ridurre il problema.
E in questo un nutrizionista può sicuramente dare una mano. In più la cellulite è influenzata dallo stile di vita: la sedentarietà è una sua grossa alleata, quindi uno stile di vita attivo e un po' di sana ginnastica aiutano sicuramente a tenerla lontana.
In che fase della vita è più utile andare da un nutrizionista?
Se si è normopeso, si fa un po' di movimento e si è in salute, non c'è bisogno di un nutrizionista, a meno che non si vogliano delle informazioni di carattere generale per saperne di più di sana alimentazione. Se si è in sovrappeso o si hanno problemi di salute legati al sovrappeso o che richiedono un'alimentazione specifica, prima ci si rivolge ad un nutrizionista e meglio è. Perché più il peso sale e più passa il tempo, più sarà difficile farlo scendere. Ci vorrà più tempo e più costanza. In più, se si hanno problemi di salute, se non si interviene precocemente questi si aggraveranno costringendoci magari all'assunzione di farmaci o controlli medici periodici. Un'ultima cosa importante: più si invecchia e più il nostro metabolismo rallenta, perciò intervenire presto su un peso in eccesso significa anche arrivare al risultato con minore fatica. Attenzione, però, perché Diana fa riferimento a persone adulte. I bambini devono evitare diete e nutrizionisti. Se un bambino non mangia bene non è una cosa che dipende direttamente da lui. Sono i genitori che devono imparare a mangiare correttamente e di riflesso trasmettere la corretta alimentazione ai figli.