Nicoletta Bertolissi, nata a Udine, in Friuli Venezia Giulia, terra di confine e crocevia di culture. Dopo una parentesi emiliana dovuta allo studio (ha studiato e si è laureata in Architettura all’Università di Ferrara), è ritornata nella sua città natale e lì vive tuttora con il suo compagno e il suo cane Otto.
Sempre a Udine ha aperto il suo studio in cui si occupa di architettura d’interni e di direzione creativa per le aziende del settore arredamento.
Lo studio di Nicoletta si occupa di architettura d’interni e arredamento con un approccio piuttosto particolare: fin dai tempi dell’università ha approfondito diverse discipline scientifiche – solo apparentemente scollegate dall’architettura.
Ad esempio la psicologia, le neuroscienze, la fisiologia e l’experience design. che oggi le permettono di progettare ambienti che hanno effetti positivi tangibili sulle persone, sulle loro emozioni, sui loro stati d’animo e anche sul loro fisico.
La scelta di questa professione è stata molto naturale, e ci confessa quasi inevitabile: già da piccola, quando gli altri bambini si dedicavano ai giochi, lei rubava i Rapidograph del papà e progettava planimetrie con enormi sale giochi e nascondigli invisibili agli adulti.
Scherzando, potrebbe dire che già allora i suoi progetti rispondevano pienamente alle esigenze dei committenti. Crescendo, e dedicandosi agli studi in architettura, non ha fatto altro che assecondare il piacere che le dà la progettazione degli spazi, unendolo alla capacità di conoscere a fondo i suoi committenti come persone per poter creare l’ambiente migliore per loro.
La progettazione degli ambienti porta con sé un’enorme responsabilità: le persone trascorrono mediamente il 90% del tempo all’interno, in spazi le cui caratteristiche influenzano direttamente il loro benessere, gli stati d’animo e i comportamenti.
Il non gestire correttamente queste caratteristiche (ad es. colori, illuminazione e qualità della luce, layout, materiali, scenari olfattivi, comfort acustico, stile, qualità visiva, ecc.) in fase di progettazione può avere delle conseguenze pesanti per le persone che poi vivranno o lavoreranno in quegli ambienti.
Ecco perché non è sufficiente che gli spazi siano belli e arredati con gusto: devono aiutare in maniera attiva ed efficace le persone a sentirsi bene e ad essere al loro meglio.
Cosa consiglierebbe a chi desidera ristrutturare casa, ma non ha molte risorse economiche da investire nell'intervento?
A meno di esigenze strutturali o impiantistiche che rendono necessari interventi più importanti, e quindi più onerosi, spesso si riescono ad ottenere risultati molto soddisfacenti anche con budget contenuti. Soprattutto se non si hanno molte risorse disponibili, è opportuno che il progetto sia molto accurato.In questo modo si andranno a minimizzare gli imprevisti in fase di cantiere e dettagliato: in questo modo il computo metrico dei lavori da sottoporre alle imprese e ai fornitori sarà preciso e permetterà di stimare correttamente i costi.
Ovviamente, affidarsi ad un professionista con esperienza – invece che procedere con il fai da te – permette di:
- Rimanere nel budget dando le giuste priorità ai lavori da eseguire e trovando soluzioni o finiture che a parità di risultato estetico hanno un costo inferiore;
- Evitare errori la cui correzione può portare a costi aggiuntivi in corso d’opera;
- Creare un progetto generale che possa essere realizzato in fasi successive non appena si rendano disponibili ulteriori risorse.
Dal punto di vista di Nicoletta la cosa importante è che le risorse – tanto più se limitate – siano utilizzate in maniera consapevole, senza sprechi o velleità, per ottenere un ambiente sano, sicuro e che abbia degli effetti positivi sulle persone che lo abitano.
Quali sono i lavori di ristrutturazione più complessi da eseguire? Perché?
Nicoletta parlando da progettista d’interni specializzata in neuro-architettura, afferma che generalmente la parte più complessa del suo intervento appartiene alla fase iniziale della progettazione: in questa importantissima fase di analisi, infatti, deve conoscere a fondo i committenti, scoprirne le esigenze, i desideri, la personalità e le abitudini.Può sembrare facile, ma non lo è – o perlomeno non sempre – in quanto alcuni bisogni o desideri sono inconsci e sconosciuti anche ai committenti stessi. Una volta stabiliti assieme gli obiettivi della progettazione e gli effetti (emotivi, fisiologici o cognitivi) che gli ambienti devono generare sulle persone, diventa tutto molto più semplice perché si passa ad un piano più tecnico e concreto.
In che modo viene eseguito l'adeguamento energetico di un ambiente?
L’adeguamento energetico consiste in una serie di interventi di riqualificazione che consentono di ridurre i consumi energetici di un edificio. Questi interventi si effettuano in maniera coordinata sia sull'involucro edilizio (ad esempio con l’isolamento termico di pareti e coperture, con l’installazione di infissi ad alta efficienze energetica), sia con l’applicazione di pellicole antisolari sui vetri, con l’utilizzo di schermature solari come frangisole sia sulla componente impiantistica (ad esempio agendo sull'impianto di riscaldamento invernale, sull'impianto di condizionamento estivo, sulla ventilazione dell’edificio, sulla gestione del calore tramite domotica).
Tuttavia, la notevole riduzione dei consumi energetici (e quindi dei relativi costi) e i benefici fiscali attualmente disponibili non costituiscono gli unici vantaggi degli interventi di riqualificazione energetica: anche il comfort abitativo – ossia la sensazione di benessere dal punto di vista termico, acustico, visivo e della qualità dell’aria – migliora in maniera significativa e immediatamente percepibile dalle persone, con effetti positivi sulla salute, sull'umore e sui livelli di stress psicofisico.