Schegge di scultura: una breve lezione sull'arte dello scultore

Schegge di scultura: una breve lezione sull'arte dello scultore

Oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare un importante artista, che si è raccontato attraverso la sua professione di scultore. Il risultato è stato un'interessantissima breve lezione sulla scultura: dai materiali che si possono utilizzare, all'importanza della tecnica, dall'impersonificazione negli strumenti usati, alla inesistenza del concetto di ispirazione.

1. Come è nata la sua passione per la scultura?

Trovare l’atto di nascita di un ciò che fai, che ormai non è possibile separare da ciò che sei, non è facile. In origine però la passione che è diventata scultura aveva molteplici campi di espressione: mi appassionava ugualmente scrivere, suonare, disegnare, dipingere. Io non ho mai scelto, la scultura ha scelto me. Mi risulta così gravoso scrivere proprio perché è stata soprattutto la passione per la parola scritta a sacrificarsi a vantaggio della scultura. Fu sui banchi del liceo che inventai Sandro Leonardi scultore in un tema che lasciò la mia prof di lettere tanto estasiata quanto incredula; mi sottopose a una specie di terzo grado per approfondire questa mia vantata abilità di scultore provetto; da entrambe le parti c’era ammirazione e divertimento, anche perché io ne ero segretamente innamorato e per amor suo decisi che avrei dovuto diventare bravo a scolpire come avevo scritto. Sembra uno scherzo, ma la vita è tutta uno scherzo.

2. Che materiali utilizza per scolpire? Ci sono materiali più facili da usare di altri?

A vent’anni dipingevo, vendevo i miei quadri dipinti per lo più di notte, quando di tempo se ne poteva prendere quanto si vuole al sonno e non alle cose da fare. Ma vendere non mi piaceva e così trovai un lavoro come giardiniere, continuavo a dipingere ma la mia pittura perdeva progressivamente tutti i colori della tavolozza, erano schizzi sempre più rapidi in scale di grigi o toni seppia, i colori che trovavo nel legno e nella pietra; e furono allora proprio il legno e la pietra che con una dimensione in più mi restituirono quella lentezza di cui avevo bisogno; quanto più il materiale mi opponeva resistenza tanto più mi interessava; non ho mai cercato la facilità. Ci dev'essere una corrispondenza tra il materiale e lo stile di vita dell'artista, alla sua struttura fisica. Le mie mani son fatte per scavare la roccia e spaccare il legno di quercia, non per gingillarsi con la porcellana e intagliare leziosi svolazzi nel legno di cirmolo.

3. Come cambiano le tecniche a seconda del materiale?

 La tecnica sei tu, e tu non cambi secondo il materiale, usi certo diversi strumenti ma essi per essere utili devono diventare un prolungamento del tuo corpo, la sensibilità dalle tue mani deve estendersi ugualmente alla sgorbia per scolpire il legno come alla subbia per demolire il marmo.

4. Da dove si trae ispirazione per creare le opere?

L'ispirazione è un'invenzione dei letterati, la realtà è il lavoro, la decisione incrollabile di prendere un pezzo di materiale e farci qualcosa, qualsiasi cosa; poi proprio perché hai scelto la lentezza e la fatica, ma anche la danza, cioè muoverti armonicamente attorno alla tua opera, insieme alla tua opera, si genera un pensiero che diventa sempre più grande e cerca altro materiale con cui cimentarsi.

5. Quand'è che la tecnica cede il passo all'arte? o meglio, quant'è importante la tecnica nella realizzazione di un'opera? e in caso, che studi sono necessari?

La tecnica non deve mai cedere il passo; se qualcosa che pretende di essere arte chiede alla tecnica di farsi da parte, non è arte, è una delle tante corbellerie che si fanno passare per arte; se è vera arte dà impulso alla tecnica per essere sempre più esperta. Sugli studi non so dare grandi consigli, il mio iter formativo è stato dei più atipici, come per almeno il 50% degli artisti. Ho ceduto all'imperativo della scultura solo a 30 anni e dopo 3 o 4 anni da autodidatta sono andato in cerca del migliore maestro che potessi trovare, uno che non aveva mai insegnato a nessuno prima, ma che era stato allievo del grande Arturo Martini e tramite lui della scultura di tutti i tempi, dagli intagliatori di selce del neolitico ai giorni nostri. Avere questo grande respiro che ti fa sentire contemporaneo di tutte le epoche della storia e della preistoria, questo è il principale consiglio per una formazione totale di un artista, il resto lo insegno nei corsi che do nel mio studio.   

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